In occasione della Festa della Traslazione delle Reliquie del Santo, nota con il nome popolare di Festa della Lingua, che si celebra oggi, Ettore Frabonaldo, nell’articolo “Una Basilica per accogliere” pubblicato sul «Messaggero di sant’Antonio», racconta la storia della costruzione della “nuova chiesa” per custodire le spoglie del Santo.
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Come ricorda la Vita prima o Assidua, la prima biografia di sant’Antonio, fin dal giorno della sepoltura di sant’Antonio «furono portati alla tomba del santo moltissimi infelici, colpiti da diverse infermità; e subito, per i meriti del beato Antonio, recuperarono la salute». «Con il passare del tempo – si legge sulla rivista antoniana –, il progressivo aumento dei devoti poneva il problema di poterli contenere nell’angusta chiesetta di Santa Maria: sempre più complicate e difficili diventavano le operazioni per avvicinare i malati al sepolcro o farlo semplicemente toccare». Serviva perciò una nuova chiesa, più capiente, per poter accogliere tutti e i frati fecero partire i lavori molto presto: nel 1238 il cantiere era già attivo.
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Photo credit: Gabriel Bejan / Archivio «Messaggero di sant’Antonio» - Affresco di Giusto de’ Menabuoi (Padova, Basilica di Sant’Antonio, Cappella del beato Luca Belludi, 1382)