L’«orribil meteora» del 1394, il «guasto» del 1513, la grandine devastatrice del 1834. Sono solo alcuni degli eventi che, nel corso di 800 anni, hanno rischiato di distruggere il santuario che dal 1232 ospita i sacri resti di sant’Antonio e, da allora, accoglie migliaia di pellegrini e devoti in preghiera.