«Sotto le splendide cupole della Basilica del Santo da sempre risuonano inni, canti e solenni armonie che accompagnano le celebrazioni liturgiche. Già in una delle biografie del Santo, la Benignitas, si riporta che la traslazione del corpo del Santo (8 aprile 1263) avvenne “con la più splendida solennità, tra suonare di organi, squillare di trombe, tintinnare di cembali, armonioso concento di canti soavi” […]. Tuttavia, il canto dell’epoca era soprattutto il gregoriano, almeno fino alla metà del XV secolo, quando si fece progressivamente spazio alla polifonia».