Il neonato che parla (video-meditazione)

Realizzata in occasione della Tredicina 2017 - Giorno 11, sabato 10 giugno 2017

Il miracolo

Un nobiluomo era molto geloso della propria moglie. Non aveva certo ragione di dubitare né del suo amore né della sua fedeltà, purtroppo però il nobiluomo era facile preda dei pettegolezzi e delle maldicenze e siccome la donna era molto bella pettegolezzi e dicerie si sprecavano. Così quando sua moglie ebbe il loro primo figlio, lui si rifiutò di riconoscerlo come suo. Era più che certo che il bimbo fosse frutto dell’infedeltà della moglie, e per quanto lei  lo assicurasse di non aver incontrato un altro uomo, lui non voleva aver niente a che fare con il piccolo.  

La moglie disperata cercò aiuto da Sant’Antonio. Il Santo parlò con il nobiluomo per ore e ore e alla fine sembrava che questi si fosse veramente convinto dell’assurdità della propria gelosia. Ma proprio allora la balia portò il bambino di pochi mesi nella stanza perché Antonio lo vedesse. In un istante, la fiamma della gelosia si riaccese e il cavaliere voleva che il bimbo fosse portato via immediatamente. Al che, Sant’Antonio, rivolto al bambino disse: "Nel nome del Signore, parla e dicci chi è tuo padre!” Il neonato puntò il ditino verso il nobiluomo e disse “Papà”. Il padre scoppiò in un pianto dirotto e prese subito in braccio suo figlio. E fu così che Sant’Antonio salvò una famiglia insidiata da pettegolezzi e maldicenze.

La scheda del miracolo

Meditiamo

Negli ultimi anni, Papa Francesco è tornado più volte sul tema dei pettegolezzi e delle maldicenze. Ha detto tra l’altro: “Il pettegolezzo può anche uccidere perché uccide la reputazione di una persona.” E ancora: “Il pettegolezzo è marcio. All’inizio sembra essere qualcosa di divertente e piacevole, come una caramella. Ma poi riempie il cuore di amarezza e ci avvelena.”

Quando nei nostri discorsi parliamo male di qualcuno, le nostre parole poi passano di bocca in bocca, vanno in giro, si spargono e continuano a diffondersi per giorni, mesi, addirittura per anni. E continuano così a creare divisioni, sospetti e ad avvelenare rapporti.

Dobbiamo stare attenti che con le nostre parole non facciamo del male agli altri, alla loro dignità, alle loro carriere, ai loro rapporti personali e affettivi. E poi ricordiamoci che quando parliamo male di qualcuno dietro le sue spalle, le nostre parole dicono più di noi che di lui.