Ascoltiamo
«Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati . Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli» (Mt 5,6 .20).
Meditiamo
A ciascuno il suo, secondo i propri meriti o la propria fortuna? La giustizia che sgorga dal Vangelo non si limita a un’equa distribuzione dei beni. Gesù ci insegna a mettere al centro la persona dell’altro, con le sue concrete e spesso drammatiche necessità e questo è possibile solo nutrendo amore nei suoi confronti. Non si tratta di assestare a intermittenza un colpo al cerchio (esigendo giustizia) e uno alla botte (concedendo amore), ma di forgiare insieme, come lega tenace, il tessuto di una nuova umanità. Occorre tutto il nostro amore e una infaticabile dedizione, affinché sorga come aurora una nuova giustizia sulla terra. Una giustizia di cui frate Antonio aveva sete ardente, tanto da riuscire, nel 1231, a inserire negli statuti del comune di Padova una attenzione più “giusta” e meno umiliante per le vittime di usura.
Preghiamo
Padre di misericordia, che ti muovi a compassione al grido dei piccoli e degli umiliati della storia, donaci oggi fantasia evangelica e creatività amorevole per divenire operatori di giustizia, costruttori appassionati di un mondo più giusto e fraterno, nel nome del tuo Figlio Gesù.
Domande
- Di fronte a quali situazioni mi capita di esclamare: «non è giusto!»? Nutro un’autentica fame e sete di un mondo più giusto?
- A partire dalle mie relazioni quotidiane, riesco a declinare insieme amore e giustizia? A quale scuola cerco di imparare?
Preghiera a sant'Antonio