Introduzione
Indifferenza significa non prendere posizione, non sentirsi responsabili di ciò che accade e delle persone attorno a noi. L’unico antidoto, ci dice p. Fabio nella meditazione di oggi, è la fratellanza, il passare dall’io al noi.
Ascoltiamo
«… bevono il vino in larghe coppe e si ungono con gli unguenti più raffinati, ma della rovina di Giuseppe non si preoccupano». (Am 6,6)
«La giustizia è la virtù con la quale, giudicando rettamente, viene dato a ciascuno il suo». (Sant’Antonio, Domenica IV dopo Pasqua)
Meditiamo
Certe volte l’etimologia ci sorprende. Così «indifferente» è colui che «non fa differenze», per il quale tutto e tutti sono uguali. L’indifferenza è chiudere egoisticamente e pigramente gli occhi sulle differenze che rendono ognuno di noi unico. Ma anche diversamente bisognoso di aiuto. È non cogliere la ricchezza irripetibile dell’altro, appiattendo relazioni e affetti. Tutto, infatti, ha lo stesso valore, che è come dire: «che ognuno si arrangi, io penso a me». Ma anche per me tutto è lo stesso! L’indifferente non ha passioni né per sé né per gli altri.
Preghiamo
O Signore, benedici i miei occhi, perché sappiano vedere il bisogno, e non ignorino ciò che è poco appariscente; vedano oltre la superficie, perché gli altri si sentano a loro agio sotto il mio sguardo. (Sabine Naegeli, Preghiera «Signore, benedici»)
Riflettiamo
- Cos’è che mi lascia indifferente, freddo, disinteressato? Perché?
- Quando mi è capitato di sentire l’indifferenza di qualcuno nei miei confronti, come mi sono sentito?
- Trovo il tempo per interessarmi con passione di qualcuno o di qualche ideale religioso o civile?
Preghiera a sant'Antonio
Caro sant’Antonio, ottieni per me la grazia di saper cogliere la bellezza e i bisogni di ognuno dei miei fratelli e sorelle! Insegnami ad avere un cuore appassionato come il tuo!