Ascoltiamo
«Voi mi chiamate Maestro e Signore e dite bene, perché lo sono . Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri» (Gv13,13-14).
Meditiamo
In Gesù che lava i piedi ai discepoli abbiamo la figura del servo fedele, capace di fare della sua vita un dono d’amore a Dio e ai fratelli. Servire è disponibilità, gratuità e dono di sé, condivisione, mitezza e fedeltà, capacità di amare e accogliere gli altri come riflesso dell’amore di Dio per noi. In realtà «quando si tratta di rimboccarsi le maniche e di cingersi le vesti, c'è sempre un grembiule che manca, una brocca che è vuota e un catino che non si trova» (don Tonino Bello). Quante ipocrisie, ricerca di potere e scelte di comodo anche nel nostro servire! Come Chiesa e cristiani del “grembiule” siamo invece chiamati ad una gratuità autentica, a ritenerci “servi inutili”. Siamo chiamati anche ad assolvere meglio alla funzione di essere coscienza critica del mondo, ad aprirci con coraggio alle sfide della giustizia e della pace, della fame e della povertà che affliggono tanti fratelli.
Preghiamo
«Santa Maria, serva del mondo, tu che hai sperimentato le tribolazioni dei poveri, aiutaci a mettere a loro disposizione la nostra vita, con i gesti discreti del silenzio e non con gli spot pubblicitari del protagonismo . Rendici consapevoli che, sotto le mentite spoglie degli affaticati e degli oppressi, si nasconde il Re»
(don Tonino Bello).
Domande
- Che significato ha per me il gesto di Gesù, che si abbassa a lavare i piedi dei discepoli?
- Dove mi sento più bisognoso anch’io di essere accolto e servito e lavato dal Signore Gesù?
- In quale contesto (famiglia, lavoro, relazioni, società civile) riconosco più necessario indossare il “grembiule” del servizio?
Preghiera a sant'Antonio