«Chi più di san Francesco riusciva a vedere in ogni creatura, anche la più piccola e in apparenza insignificante, un “bello che rimandava al Bellissimo”? Non stupisce quindi se oggi, proprio in ambito francescano, si sta diffondendo una vera e propria “Pastorale del bello”, vale a dire un filone che intende, attraverso il linguaggio dell’arte figurativa, della musica e della poesia, ricondurre gli uomini e le donne di oggi a Dio».
Inizia così l’articolo “Dall’arte al Vangelo” di Sabina Fadel sul «Messaggero di sant’Antonio» di novembre sulla “Pastorale del bello” che da qualche tempo si è sviluppata anche in Basilica. La caporedattrice ci fa conoscere fra Nicola Galiazzo, responsabile per la Basilica del Santo della «Pastorale dell’arte», che porta avanti insieme a fra Alessandro Fortin e fra Alberto Tonello. Questi frati, appositamente formati nei più prestigiosi atenei italiani, hanno sviluppato un’originale «esperienza immersiva anche attraverso l’utilizzo di elementi che possano stimolare la persona in tutte le sue componenti, fisiche o psicologiche».
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Crediti fotografici: Archivio «Messaggero di sant’Antonio»