Sermoni Mariani

NATIVITÀ DELLA BEATA VERGINE MARIA

1. La gloriosa Vergine Maria fu "come la stella del mattino fra le nubi" (Eccli 50,6).
    Dice l'Ecclesiastico: "Bellezza del cielo è la gloria delle stelle; gloria che illumina il mondo" (Eccli 43,10). In questa espressione sono poste in evidenza tre eventi, che rifulsero mirabilmente nella nascita della beata Vergine Maria.
    Anzitutto l'esultanza degli angeli, indicata dalle parole: "Bellezza del cielo". Si racconta che un sant'uomo, mentre perseverava in devota orazione, udì venire dal cielo la dolce melodia di un canto angelico. Passato un anno, la sentì di nuovo nello stesso giorno. Allora chiese al Signore che gli rivelasse il significato di questo evento. Gli fu risposto che in quel giorno era nata Maria e che in cielo gli angeli cantavano a Dio le lodi per la sua natività: ecco perché oggi si festeggia la nascita della Vergine gloriosa.
    In secondo luogo è posta in risalto la purezza della sua nascita con le parole: "la gloria delle stelle". Come "ogni stella si distingue dalle altre per il suo splendore" (1Cor 15,41), così la nascita della beata Vergine si distingue da quella di tutti gli altri santi.
    In terzo luogo è ricordata la luce che investì tutto il mondo con le parole: "illumina il mondo". La nascita della Vergine gloriosa illuminò il mondo, che prima era coperto dalla caligine e dall'ombra della morte.
    Quindi giustamente afferma il libro dell'Ecclesiastico: "Come la stella del mattino in mezzo alle nubi"..., ecc.

2. La stella del mattino è chiamata lucifero, perché splende più di tutte le stelle, e in modo più esatto è detta iubar, splendore, astro. Lucifero, che precede il sole e annuncia il giorno, irrora le tenebre della notte con il fulgore della sua luce.
    Stella del mattino, o lucifero (portatrice di luce), è la Vergine Maria che, nata nell'oscurità della nube, dissolse la tenebrosa caligine e a coloro che stavano nelle tenebre, nel mattino della grazia annunciò il sole di giustizia. Infatti, riferendosi a lei, il Signore dice a Giobbe: "Sei tu che fai spuntare a suo tempo la stella del mattino?" (Gb 38,32). Quando venne "il tempo di usare misericordia" (Sal 101,14), "il tempo di costruire la casa del Signore" (Ag 1,2), "il tempo favorevole e il giorno della salvezza" (2Cor 6,2), allora il Signore fece sorgere la stella del mattino, cioè la Vergine Maria, perché fosse la luce dei popoli. E i popoli devono dire a lei ciò che il popolo di Betulia disse a Giuditta: "Il Signore ti ha benedetta con la sua potenza, perché per mezzo tuo ha annientato i nostri nemici. Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra. Benedetto il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra e ti ha guidata a colpire il capo dei nostri nemici. Oggi egli ha esaltato il tuo nome in modo che la tua lode non cesserà mai dalla bocca degli uomini" (Gdt 13,22-25).
    La beata Vergine Maria, nella sua nascita, fu dunque come la stella del mattino. Di lei dice ancora Isaia: "Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse, un virgulto germoglierà dalle sue radici" (Is 11,1).
    Osserva che la Vergine Maria è paragonata al germoglio, a motivo delle cinque proprietà che questo possiede: è lungo, diritto, solido, sottile e pieghevole. Così Maria fu lunga nella contemplazione, diritta per la sua perfetta giustizia, solida per la fermezza della mente, sottile (sobria) per la povertà e pieghevole per l'umiltà. Questo germoglio è uscito dalla radice di Iesse, che fu il padre di Davide (cf. Mt 1,5): da questi discende Maria (cf. Lc 1,27), "dalla quale è nato Gesù, chiamato il Cristo" (Mt 1,16). Per questo motivo nella festa di oggi si legge il brano del vangelo che ricorda la genealogia di Cristo, figlio di Davide (Mt 1,1).
3. "Un germoglio spunterà dal tronco di Iesse e un fiore salirà dalle sue radici" (Is 11,1). Consideriamo il significato morale di questi tre elementi: la radice, il germoglio e il fiore.
    Nella radice è indicata l'umiltà del cuore; nel germoglio la completezza della confessione e l'impegno della riparazione; nel fiore la speranza della beatitudine eterna.
    Iesse si interpreta "isola" o "sacrificio", e indica il penitente, la cui mente dev'essere quasi un'isola. L'isola è chiamata così perché è posta in mezzo al mare (lat. in salo). La mente, l'anima del penitente è posta nel mare, cioè nell'amarezza, perché è battuta dai marosi delle tentazioni, e tuttavia resiste incrollabile, e offre a Dio un doveroso sacrificio di soave odore. La radice di Iesse è l'umiltà della contrizione, dalla quale spunta il germoglio della franca confessione e l'impegno di una congrua penitenza. E osserva bene che il fiore non nasce dalla sommità del germoglio, ma dalla stessa radice: "e un fiore salirà dalla sua radice", perché la speranza della beatitudine eterna non germoglia dalla sofferenza del corpo ma dall'umiltà dello spirito.
    Con tutto questo concorda anche il brano del vangelo, nel quale Matteo, descrivendo la genealogia di Cristo, mette in primo luogo Abramo, in secondo luogo Davide e al terzo la deportazione a Babilonia. In Abramo che disse: "Parlerò al mio Signore, io che sono polvere e cenere" (Gn 18,27), è raffigurata l'umiltà del cuore; in Davide, il cui cuore fu retto con il Signore, - "Ho trovato Davide, uomo secondo il mio cuore" (At 13,22) - è indicata la franchezza della confessione; nella deportazione a Babilonia è ricordata la pratica della penitenza e la sopportazione delle tribolazioni. Se ci saranno in te queste tre "genealogie", conseguirai anche la quarta, cioè quella di Gesù Cristo, che è nato dalla Vergine Maria, della quale oggi cantiamo: "In mezzo alle nubi, sei sorta come la stella del mattino".
4. E infine: "Come la luna che risplende nei giorni della sua pienezza". La Beata Vergine Maria è paragonata alla luna piena, perché è perfetta sotto ogni aspetto. Mentre la luna nel suo ciclo è talvolta incompleta, quando è dimezzata e quando è falcata, la gloriosa Vergine Maria mai ebbe delle imperfezioni: né nella sua nascita, perché fu santificata ancora nel grembo materno e custodita dagli angeli; né durante i giorni della sua vita, perché mai peccò di superbia: sempre rifulse di pienezza di perfezione. Ed è detta luce perché dissolve le tenebre.
    Ti preghiamo dunque, o nostra Signora, perché, tu, che sei la stella del mattino, scacci con il tuo splendore la nuvola della suggestione diabolica, che copre la terra della nostra mente. Tu che sei la luna piena, riempi la nostra vacuità, dissolvi le tenebre dei nostri peccati, affinché meritiamo di giungere alla pienezza della vita eterna e alla luce della gloria infinita.
    Ce lo conceda colui che ti ha creata perché tu sia la nostra luce, colui che oggi ti ha fatta nascere per poter egli stesso nascere da te. A lui sia onore e gloria nei secoli dei secoli. Amen.