Il miracolo
Siamo a Lisbona in Portogallo. Un bambino, di nome Parrisio, decide con altri bambini di fare un giro in barca senza dir niente ai genitori. D’improvviso però scoppia una violenta tempesta e la barca si capovolge. Mentre gli altri bambini che erano più grandi e sapevano nuotare, riuscirono a salvarsi, il piccolo Parrisio annegò. Quando la madre venne a sapere della disgrazia, disperata e piangente corse verso la spiaggia e supplicò i pescatori che con le loro reti recuperassero il corpo del bimbo. Calarono le reti, e riuscirono a ripescare il corpicino senza vita di Parrisio che diedero subito alla madre disperata. Il giorno successivo i familiari volevano portare il corpo del bimbo in chiesa per il funerale e poi seppellirlo in cimitero, però la madre non lo permise. Continuava a invocare Sant’Antonio promettendo fermamente che se il bambino fosse ritornato in vita l’avrebbe offerto all’Ordine francescano. Al terzo giorno, davanti a parenti e amici, il bambino si svegliò improvvisamente come da un lungo sonno; le preghiere della madre erano state ascoltate dal Signore per l’intercessione di Sant’Antonio. Quando divenne grande, Parrisio entrò nell’Ordine francescano. E con gioia raccontava ai confratelli del prodigio compiuto per lui da Dio per i meriti di Sant’Antonio.
Meditiamo
Questo miracolo ha una particolare importanza nella storia del Santo, perché è la prima volta che Antonio richiama in vita una persona. Ma Antonio non fu né il primo né l’ultimo a compiere questo tipo di miracolo. Uno studioso americano, Padre Albert Hebert, attingendo da fonti ecclesiastiche e da documenti che son serviti per processi di beatificazione e canonizzazione, è stato in grado di scoprire, che lungo la storia della Chiesa, ci son stati ben più di 400 casi di persone miracolosamente richiamate in vita. Quello che è importante comunque sottolineare è che tutti questi miracoli non hanno niente a che fare con la Risurrezione di Cristo, punto fondante della nostra fede ed evento straordinario, irripetibile e unico nella storia umana. L’evento che ci dà la certezza che anche noi un giorno saremo uniti con Cristo condividendo la sua Risurrezione. Sì, certo, Gesù è morto di morte violenta, ma “è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture,” e dopo la Risurrezione non è più morto, come invece han dovuto morire Lazzaro e tutte le altre persone miracolosamente richiamate in vita lungo la storia della Chiesa. Cristo è asceso in Cielo – anima e corpo - e ci rassicura che la morte è stata definitivamente sconfitta e che anche noi risorgeremo come lui, per sempre.