Il miracolo
Un giovane padovano, di nome Leonardo, andò a confessarsi da Antonio. Tra gli altri peccati, confessò anche di aver dato un calcio così forte a sua madre da farla cadere a terra. Antonio bisbigliò tra sé, “Il piede che colpisce il padre o la madre dovrebbe essere amputato.” Naturalmente il santo non intendeva che le sue parole fossero prese alla lettera. Ad ogni modo, il giovane tornato a casa prese un’ascia e si mutilò il piede. Ben presto la notizia raggiunse Antonio che sconcertato più che mai corse immediatamente alla casa del giovane. Entrato nella sua stanza, si inginocchiò e dopo aver pregato con fervore il Signore, fece un segno della croce, e accostò il piede amputato alla gamba. E qui si compie lo straordinario miracolo: il piede rimane attaccato alla gamba, tanto che l’uomo si alza in piedi, inizia a camminare e saltare allegramente, lodando Dio e ringraziando Antonio.
Meditiamo
Con questo miracolo Sant’Antonio ci porta a riflettere sul Sacramento della Penitenza. E penso che forse una prima lezione sia proprio per il confessore, che deve stare sempre molto attento a ciò che dice ai penitenti. La Confessione, il Sacramento della Riconciliazione, è un vero e proprio lusso che noi cattolici abbiamo. E’ un incontro a tu per tu, personale con Cristo che vuole perdonare i nostri peccati. Nei Vangeli vediamo che Gesù durante la sua vita terrena perdona i peccati a diverse persone e lo fa sempre con l’essere presente davanti a loro, parlando con loro. Naturalmente noi non siamo angeli e pertanto non possiamo incontrare Cristo faccia a faccia e chiedergli perdono dei nostri peccati perché ne siamo pentiti, però lo possiamo fare fisicamente nella confessione per mezzo del sacerdote che agisce ‘in persona Christi’ ovvero nella persona di Cristo … come se fosse Gesù. Sant’Antonio è stato un grande apostolo della confessione. Dopo ogni sua predica, centinaia e centinaia di persone volevano confessarsi da lui e cambiare la loro vita.