Ascoltiamo
«Quale gioia, quando mi dissero:
“Andremo alla casa del Signore!”» (Sal 122, 1)
Meditiamo
La Scrittura presenta l’uomo come pellegrino in questo mondo. Perciò è chiamato ad essere segno della trascendenza, di una pienezza che si raggiunge oltre i confini dello spazio e del tempo. L’immagine e l’esperienza del pellegrinaggio ci educano ad una spiritualità che si apre all’essenzialità e sviluppa i valori della libertà, della gratuità, della generosità e della solidarietà. L’incontro con la memoria viva di un Santo diventa occasione per ricordarci che Dio ci accompagna nelle gioie e nelle fatiche del cammino, consapevoli che se siamo partecipi della vita di Cristo, lo saremo anche della sua consolazione.
La parola di Papa Francesco
«Il pellegrinaggio è anche un’esperienza di misericordia, di condivisione e di solidarietà con chi fa la stessa strada, come pure di accoglienza e di generosità da parte di chi ospita e assiste i pellegrini».
Riflettiamo
- Ripensando alle mie esperienze di pellegrinaggio quali aspetti significativi mi porto nel cuore?
- Quali domande mi sorgono quando vivo una situazione di crisi, di sofferenza o dolore? E come reagisco?
- In che modo posso esser fonte di consolazione per chi vive l’afflizione?
Preghiamo
Signore, quando il dolore, la tristezza o la paura pesano sul mio cuore, donami di poter confidare nello Spirito Consolatore e guidami a trovare conforto nell’esempio di sant’Antonio. Fa’ che io possa sentire ogni giorno il passo sicuro di Gesù che mi cammina accanto e che non mi abbandona.