Ascoltiamo
«Gesù disse: “Voi stessi date loro da mangiare”». (Lc 9, 13)
Meditiamo
Anche oggi ci sentiamo impotenti di fronte ai problemi che affliggono folle di bisognosi e siamo tentati di lasciarli al loro destino. Gesù ricorda che amare significa prendersi cura delle necessità altrui, assicurando l’indispensabile e mettendo a disposizione noi stessi, perché molto spesso la fame nasce dalla mancanza di una relazione umana, non solo del pane. La condivisione e la solidarietà possono combattere ogni povertà alla radice, alimentando tutti, chi dona e chi riceve, fino alla sazietà. Non cambierà il mondo, ma almeno trasformerà noi e quanti ci circondano.
La parola di Papa Francesco
«Una parola di cui non dobbiamo avere paura è “solidarietà”, saper mettere a disposizione di Dio quello che abbiamo, le nostre umili capacità, perché solo nella condivisione, nel dono, la nostra vita sarà feconda, porterà frutto e quel poco che abbiamo, quel poco che siamo, se condiviso, diventa ricchezza, perché la potenza di Dio, che è quella dell’amore, scende nella nostra povertà per trasformarla».
Riflettiamo
- Mi faccio coinvolgere dalla “fame” di cibo, di relazioni, di libertà presenti nel mondo? Come cerco di dare me stesso da mangiare?
- Ho mai sperimentato la gioia che si prova a fare del bene a qualche estraneo?
- Nel luogo di lavoro, in casa, in comunità che forma di carità sono chiamato ad esercitare?
Preghiamo
Signore, è vero che non di solo pane vive l’uomo, ma la mancanza di quanto è materialmente necessario può spegnere la fiducia nella tua Provvidenza e suscitare fenomeni sociali difficilmente controllabili. Aiutaci a sciogliere le difficoltà e a vincere i contrasti, per dare un volto più umano a questo nostro mondo.