Ascoltiamo
«Qualunque cosa avete fatto ai più piccoli,
lo avete fatto a me». (Mt 25,40)
Meditiamo
Qualsiasi forma di povertà, vicina o lontana, rappresenta il grido muto di una umanità alla ricerca di orecchi attenti, cuori caldi e mani aperte. Sant’Antonio è stato capace di questo, lasciandoci in eredità l’impegno di donare speranza e dignità a più di un milione di poveri all’anno. Consapevoli che anche chi all’apparenza ha poco e nulla, possiede in realtà un’enorme ricchezza: la sua persona e la sua storia. Perché la povertà non è un mancare di tutto (non si troverebbe mai il fondo!), ma una rinuncia a possedere per sé, nella condivisione di un incontro in cui ci si arricchisce reciprocamente.
La parola di Papa Francesco
«La povertà cristiana è che io do del mio e non del superfluo, anche del necessario, al povero, perché so che lui mi arricchisce. E perché mi arricchisce il povero? Perché Gesù ha detto che Lui stesso è nel povero. Gesù agisce in me quando faccio questo e in lui per arricchirmi».
Riflettiamo
- Gesù ricorda che i poveri saranno sempre con noi: io so stare sempre in mezzo a loro e al loro fianco nel nome di Cristo?
- l Quale posto hanno i poveri nella mia vita personale e comunitaria, nella mia casa e nel bilancio famigliare?
- l Quale orecchio, cuore e mano trova in me il povero che mi viene incontro?
Preghiera a sant'Antonio
O Dio, rendici degni di servire i nostri fratelli, da un capo all'altro del mondo. Dona loro, in questo giorno, attraverso le nostre mani, il loro pane quotidiano e il tuo confortevole amore, dona loro pace e gioia. Donami la grazia di vedere i bisogni degli altri e di dividere con loro i doni che mi hai dato.