È un Natale speciale quello di quest’anno. Proprio qui a Greccio in questa grotta, 800 anni fa, Francesco d’Assisi ha voluto ricordare la nascita di Gesù chiedendo agli abitanti del luogo di rendersi protagonisti di una straordinaria avventura.
Francesco ha voluto fare esperienza in maniera diretta della venuta di Gesù nel mondo, condividerne il disagio, la povertà, il freddo… E in quella notte di 800 anni pronti ad accogliere Gesù Bambino con Francesco c’era una folla di persone con nel cuore tanto amore.
Mi piace salutarvi in questo santo Natale con le parole di Papa Francesco che ha voluto persino scrivere una Lettera Apostolica per ricordarci che il presepe è come un “Vangelo vivo”.
Perché il presepe «Porta il Vangelo nei posti dove si vive: nelle case, nelle scuole, nei luoghi di lavoro e di ritrovo, negli ospedali e nelle case di cura, nelle carceri e nelle piazze. E lì dove viviamo ci ricorda una cosa essenziale: che Dio non è rimasto invisibile in cielo, ma è venuto sulla Terra, si è fatto uomo, un bambino».
Il Bambino nel presepe ci trasmette la sua tenerezza. Il Bambinello con le sue braccia aperte ci dice che Dio è venuto ad abbracciare la nostra umanità.
E ci invita a vivere la bellezza del santo Natale fermandoci davanti al presepe per raccontare al Signore la nostra vita, per parlargli delle persone e delle situazioni che abbiamo a cuore, per fare con lui il bilancio dell’anno che sta finendo, per condividere con Lui le nostre attese e le nostre preoccupazioni.
Quanto bisogno abbiamo di tenerezza, di affetto, di essere accolti dopo i mille affanni delle nostre giornate da delle braccia aperte che non ci giudicano, che non ci allontanino, che ci vogliono semplicemente bene per quello che siamo: brutti o belli, poveri o ricchi.
Semplicemente creature salvate e rinnovate in ogni giorno della nostra vita, da questa presenza che sola ci salva!
Buon Natale!
p. Giancarlo Zamengo, direttore generale del «Messaggero di sant’Antonio», a nome dei frati del Santo