Sono stati intensi i giorni che i pellegrini di Antonio 20-22 hanno vissuto ad Assisi e nel nord dell’Umbria nell’ultima settimana. L’arrivo di tappa di sabato 3 settembre alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, con la santa messa all’interno della Porziuncola, cuore della spiritualità francescana, per la sola staffetta che sta portando la sacra reliquia ex ossibus di sant’Antonio in uno speciale zaino da Capo Milazzo (da dove è partita a fine giugno) fino a Padova (arrivo il 9 ottobre). Qui nacque la prima fraternità francescana, qui Chiara 800 anni fa si consacrò al Signore, qui Francesco ricevette in dono il Perdono d’Assisi dopo aver vinto la tentazione rotolandosi nudo nel roseto e confidando nel Signore, e sempre qui il Poverello accolse cantando sorella morte. I pellegrini erano accompagnati da padre Antonio Ramina, rettore della Pontificia Basilica di Sant’Antonio di Padova, e da padre Massimiliano Patassini, direttore responsabile delle riviste del Messaggero di Sant’Antonio, camminatori d’eccezione in diverse tappe nel cuore del cammino umbro. Padre Ramina è stato anche eccezionalmente invitato a celebrare la santa messa solenne che si è tenuta domenica 4 settembre nella Basilica superiore di San Francesco in Assisi.
Dal 13 settembre, la staffetta raggiunge la Toscana, con l’arrivo di tappa che partirà da Citerna (Perugia) all’eremo francescano di Montecasale in comune di Sansepolcro (Arezzo), fondato nel 1213 da Francesco che lo ricevette in dono dal vescovo di Città di Castello. È qui che accadde, secondo le cronache, l’incontro del Santo assisiate che accolse benevolmente i famigerati briganti che infestavano la zona.
E da qui il cammino farà via via tappa in una serie di eremi toscani dove è attestato il passaggio 800 anni fa anche di sant’Antonio, allora giovane frate in cammino partito dalla Sicilia alla volta di Padova, seguendo quello che era all’epoca la strada privilegiata dai pellegrini per trovare durante il viaggio ospitalità e ristoro: l’eremo di Cerbaiolo (tappa Montecasale-Cerbaiolo, 14/09); di La Verna, altro luogo simbolo del francescanesimo, dove 800 anni fa Antonio visse per alcuni mesi (lo ricorda una targa) e dove san Francesco ricevette le stimmate il 17 settembre nel 1224 (tappa Cerbaiolo-La Verna, 15/09); di Badia Prataglia, antica abbazia fondata dai Benedettini alla fine del X secolo e in seguito passata ai Camaldolesi (tappa La Verna-Badia Prataglia, 16/09); il monastero di Camaldoli fondato verso l’anno 1025 dal monaco san Romualdo di Ravenna ispirandosi alla spiritualità dei padri del deserto (tappa Badia Prataglia-Camaldoli, 17/09).
Da La Verna, inoltre, i pellegrini di Antonio 20-22 inizieranno a seguire il percorso ufficiale del “Lungo Cammino di Sant’Antonio” che arriva fino a Camposampiero (Padova), 436 km totali, dove il Santo passò gli ultimi giorni della sua vita terrena, illustrato nel dettaglio nell’omonima guida in coedizione Terredimezzo e Messaggero Padova.
Il cammino toscano che seguirà la staffetta di Antonio 20-22 è particolarmente affascinante anche sotto il profilo naturalistico, immergendosi nelle aree naturalistiche del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, tra Toscana ed Emilia Romagna, con alcuni siti divenuti nel 2017 patrimonio Unesco come quello delle faggete vetuste del Parco Nazionale e la Riserva Integrale di Sasso Fratino. All’interno del parco insistono le località di La Verna, Badia Prataglia, Camaldoli, Prati della Burraia, Castagno d’Andrea e San Benedetto in Alpe. Le ultime tre sono le tappe più dure per dislivello del cammino antoniano in Toscana e le seconde rispetto al cammino da Capo Milazzo. Sull'Appennino tosco-romagnolo La Castagno d'Andrea-San Benedetto in Alpe, del 21 settembre, è la tappa con maggiore dislivello in quanto a discesa: 1.173 metri, contro i "soli" 972 di salita.
Il Monte Falterona, tra Prati alla Burraia e Castagno d'Andrea, con i suoi 1.643 metri che verranno toccati martedì 20 settembre, è la “Cima Coppi”, per così dire, ovvero il punto più alto dell’intero percorso antoniano di 92 tappe.
Con l’arrivo di tappa a San Benedetto in Alpe, frazione del comune di Portico e San Benedetto (Forlì-Cesena), la staffetta entrerà in Emilia Romagna.
Per conoscere le tappe e i relativi programmi giornalieri: https://www.antonio2022.org/cammino/tappe/ (alcuni programmi sono in attesa di conferme e saranno caricati nei prossimi giorni).
Nei circa 142 chilometri totali che verranno percorsi in Toscana, come di consueto, la reliquia di sant’Antonio “camminerà” insieme ai pellegrini all’interno di uno speciale zaino che la custodisce.
Dalla Toscana i pellegrini proseguiranno il cammino verso nord, passando per l’Emilia Romagna, per arrivare il 9 ottobre a Padova, alla Pontificia Basilica di Sant’Antonio, dopo aver percorso a piedi 1.800 chilometri totali lungo tutta la penisola in occasione degli ottocentenari antoniani.
Al gruppo di una decina di camminatori esperti tra laici e religiosi, altre persone, liberamente e anche per piccoli tratti, potranno aggregarsi senza necessità di iscrizione (logistica, vitto e alloggio NON sono a cura dell’organizzazione), così come potranno partecipare ai molti momenti di spiritualità e devozione antoniana organizzati in collaborazione con le diocesi e le comunità parrocchiali della regione, finora sempre molto partecipati e apprezzati.
Scarica la preghiera del camminatore a sant'Antonio
Si segnala che sul canale YouTube del progetto Antonio 20-22 sono postati quotidianamente i video-racconti delle singole tappe di cammino.
Il Cammino da Capo Milazzo a Padova è stato promosso dal Progetto Antonio 20-22, espressione dei Frati minori conventuali della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova, ed è stato voluto e ideato – insieme ai collaboratori laici – da alcune delle principali realtà della famiglia antoniana: Pontificia Basilica di S. Antonio a Padova, Messaggero di sant’Antonio, Il Cammino di Sant’Antonio, Associazione Cammino di S. Antonio, Centro Francescano Giovani – Nord Italia, Peregrinatio Antoniana, Caritas Sant’Antonio.
IL PROGETTO
ANTONIO 20-22 PERCHÉ
Interrogare la figura di sant’Antonio in occasione degli ottocentenari antoniani
Il pallottoliere della storia ci offre tre significativi anniversari ottocentenari in successione che stanno caratterizzando dal punto di vista antoniano il triennio 2020-2022 e che diventano opportunità per tornare a interrogare la figura di Antonio di Padova. Anche papa Francesco ci ha incoraggiato a celebrare questi anniversari. Parliamo degli 800 anni di vocazione francescana di Antonio (1220), del suo primo arrivo in Italia, naufrago in Sicilia, del suo primo incontro con san Francesco (1221), del suo “svelamento” con la predica di Forlì (1222), quando tutti i presenti poterono per la prima volta apprezzare la sua capacità ed efficacia di evangelizzatore. La dimensione dell’annuncio, il mandato di far conoscere Gesù tra la gente rimarrà il suo tratto distintivo per il resto dei suoi giorni. Ecco il perché del Progetto “Antonio 20-22”, ed ecco il perché del tornare sulle strade percorse da Antonio 800 anni fa, nel segno dell’incontro.
CHE COSA, QUANDO E COME
Dal 30 giugno al 9 ottobre, lungo le strade percorse da sant’Antonio 800 anni fa
Il cammino a piedi lungo le strade percorse da sant’Antonio è la più evocativa delle iniziative curate dal Progetto “Antonio 20-22”, che è stato questo e molto altro. Si tratta di un’itineranza povera, a staffetta, con un piccolo gruppo di pellegrini cui altri, liberamente e senza necessità di alcuna iscrizione, si aggregano di giorno in giorno alla partenza, affiancandosi lungo il percorso o all'arrivo di tappa per pregare insieme alla comunità ospitante.
I camminatori portano con sé, in uno speciale zaino porta reliquiario, una reliquia ex ossibus di sant'Antonio.
I NUMERI
Oltre 1.800 chilometri; oltre 3 milioni di passi; 19,5 chilometri di media; 9 regioni attraversate; 42 diocesi incontrate; 92 tappe; 103 giorni di impegno (alcune domeniche, come già facevano i pellegrini medievali, la staffetta sosterà); 45.919 metri di salite, e altrettanti di discese; 12 tappe molto impegnative; 29 impegnative; 25 medie; 25 facili.
DA DOVE E PER DOVE
Da Capo Milazzo e poi lungo la via Popilia, fino a immettersi nel Cammino di sant’Antonio destinazione Padova
La Basilica del Santo è l’ultimo approdo di sant’Antonio, ma esiste anche un suo primo luogo di approdo in Italia, ed è in Sicilia: Capo Milazzo, in provincia di Messina, dove oggi sorge un piccolo e suggestivo santuario rupestre dedicato al Santo.
Attraversato lo Stretto, il percorso segue per quanto possibile il tracciato dell’antica via Popilia attraversando Calabria, Basilicata, Campania, Lazio (da questa regione iniziano le frecce del tracciato ufficiale “Il Cammino di sant’Antonio), Umbria, Toscana (tappa significativa eremo di La Verna), Emilia Romagna (tappa significativa eremo di Montepaolo a Forlì) e Veneto, per terminare in Basilica di Sant’Antonio a Padova il 9 ottobre.
IL PROGETTO “ANTONIO 20-22”
Il progetto è espressione dei Frati minori conventuali della Provincia Italiana di S. Antonio di Padova, voluto e ideato – insieme ai collaboratori laici – da alcune delle principali realtà della famiglia antoniana: Pontificia Basilica di S. Antonio a Padova, Messaggero di sant’Antonio, Il Cammino di Sant’Antonio, Associazione Cammino di S. Antonio, Centro Francescano Giovani – Nord Italia, Peregrinatio Antoniana, Caritas Sant’Antonio. Conta inoltre sul patrocinio dell’intera famiglia francescana d’Italia (frati conventuali, cappuccini, minori, Tor; clarisse delle diverse federazioni; suore francescane; laici francescani dell’Ofs).
Scarica il pieghevole del progetto
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Tutte le informazioni sul sito www.antonio2022.org
Crediti immagine: esterno Santuario francescano di La Verna (Arezzo), foto di Francesca Mattolin - copyright Archivio «Messaggero di sant’Antonio»