Ascoltiamo
«Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione . Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui» (Lc 15,33-34).
Meditiamo
Gesù ci aiuta a confrontarci con la nostra tendenza a restare all’interno della cosiddetta comfort zone: la zona della nostra comodità. Non c’è nulla da fare, partiamo sempre da lì, dalla nostra impaurita comodità. E incontrare l’altro presenterà sempre un certo costo: in attenzione, tempo, emozioni, risorse. L’altro ci snida dalla nostra innata comodità, ci aiuta a riconoscere la comune natura umana, fatta degli stessi bisogni e della medesima dignità.
Il Samaritano si lascia toccare nella sua viscerale compassione. Senza difendersene. Senza accontentarsi di sentirsi buono, si fa vicino: medica, usa il proprio asino, porta il ferito da chi se ne può prendere cura per più tempo. A proprie spese. Smuove tutto se stesso, la propria volontà, per vivere l’amore benevolente e concreto.
Preghiamo
Gesù, Maestro buono, concedici di valorizzare la compassionevole tendenza che hai messo nel nostro cuore perché collaboriamo con te per umanizzare il nostro mondo vicino chi ci hai affidato
Amen.
Domande
- Quando mi capita di provare compassione e tenerezza per chi è meno fortunato di me?
- Quando vedo persone in situazioni di ingiustizia e di sfruttamento quanto senso di protezione provo nei loro confronti?
- Qual è il gesto più semplice e facile che posso fare in questi giorni per esprimere la mia compassione solidale?
Preghiera a sant'Antonio