Ascoltiamo
«Dio è testimone che la nostra parola verso di voi non è “sì” e “no” . Il Figlio di Dio, Gesù Cristo che abbiamo predicato tra voi, io, Silvano e Timoteo, non fu “sì” e “no”, ma in lui c’è stato il “sì” . E in realtà tutte le promesse di Dio in lui sono diventate “sì”» (2Cor 1,18-20a).
Meditiamo
“Accoglienza” è una parola spesso interpretata male, se non addirittura ridicolizzata, come nella questione che riguarda i migranti/rifugiati. In questo caso viene letta come segno di buonismo irresponsabile o come semplificazione di un problema complesso. Accogliere, per noi che ci diciamo cristiani, significa innanzitutto un “sì” riconoscente all’accoglienza che Dio Padre ci riserva attraverso la sua misericordia, che ci raggiunge nella condizione in cui siamo, anche la più misera o alienata. Se non riconosciamo questo dono del Cielo è difficile poter aprire il cuore e le braccia a chiunque altro. L’amore di Dio si manifesta sempre e solo in un “sì”, che non ha paura di ostacoli o di nemici, che rinuncia al pregiudizio o al calcolo su ogni “interesse” e va oltre ogni “realpolitik”.
Preghiamo
Gesù, che conosci solo accoglienza e misericordia, aiutaci a passare dai nostri ripetuti e ostinati “no” ad un “sì” convinto e felice, di fronte ad ogni manifestazione della tua presenza redentrice, che si rivela nelle persone che incontriamo.
Amen.
Domande
- Nella mia vita con Dio e con gli altri prevalgono i “sì” o tendo principalmente al “no”?
- Come vivo l’accoglienza quotidiana con le persone che fanno parte della mia storia?
- Quali sono i principali pregiudizi che mi frenano nell’accoglienza delle diversità?
Preghiera a sant'Antonio
Amen.