Entra nel vivo il Giugno Antoniano 2017. Domani viene riaperto per la prima volta ai devoti del Santo e ai padovani l’Oratorio di Santa Maria dei Colombini, in via dei Papafava 6 a Padova. Un luogo carico di suggestione, dalla storia antica e custode di due importanti reliquie antoniane delle origini, forse oggi divenuto sconosciuto ai più dopo un lungo periodo di non utilizzo. Fu fatto edificare da frate Antonio nel 1227, al tempo della sua prima venuta a Padova, come luogo per gli incontri di preghiera di un gruppo di penitenti da lui convertiti e istruiti.
Sabato 27 maggio dalle 9.00 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 17.30 l’apertura inaugurale, con visite guidate alle 11.30 e alle 12.30. Alle 10.30 la santa messa votiva a sant’Antonio di Padova sarà presieduta da don Umberto Sordo, arciprete della Cattedrale, e animata dal “Piccolo coro padovano” diretto da Giuliana Sacchetto.
Le aperture straordinarie dell’oratorio verranno replicate tutti i sabati di giugno, dalle 9.00 alle 13.30 e dalle 15.00 alle 17.30, con visite guidate alle 11.30 e alle 12.30, grazie ai volontari e confratelli dell’Arciconfraternita del Santo. L'apertura pomeridiana è in collaborazione con l'Associazione "Vecia Padova".
L’oratorio sarà aperto invece in orario serale il 29 e il 30 maggio, dalle 20.00 alle 22.00.
Il progetto di restauro dell’edificio e la sua riapertura sono stati promossi dall’Arciconfraternita di Sant’Antonio, grazie alla disponibilità e al sostegno dei conti Papafava dei Carraresi, proprietari dell’oratorio.
Una tradizione cittadina consolidata vuole che sant’Antonio, nella sua prima dimora a Padova, fondasse personalmente una Fraglia di penitenti (poi organizzatasi in Confraternita di devozione), che egli stesso vestì con una cappa grigio cinerino al modo dei frati minori il 27 dicembre 1227, procurando per le devozioni del gruppo una chiesetta detta Santa Maria della Colomba successivamente divenuta Santa Maria dei Colombini.
La Fraglia e il suo Oratorio, pur dedicati alla Vergine Maria, sono da sempre intrinsecamente antoniani per la fondazione, per la devozione, per l’assistenza dei frati minori. Questa squisita e antica antonianità sono ancora oggi testimoniate da due importanti reliquie conservate nel sito: una grossa lastra di trachite infissa nel muro di tramontana, dalla quale, come da un pulpito, avrebbe predicato il Santo, e il pozzo dentro al quale sarebbe caduto il breviario del Santo riportatogli su asciutto dagli angeli.
In seguito alla soppressione delle Confraternite di devozione all’inizio dell’‘800, in epoca napoleonica, la Scuola dei Colombini con l’annesso Oratorio dedicato a Sant’Antonio vennero incamerati al demanio e successivamente acquistati nel 1810 dai conti Alessandro e Alberto Papafava dei Carraresi perché attigui al palazzo di famiglia.
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