Nei nove giorni che precedono il Natale anche nella nostra Basilica si celebra la tradizionale «Novena» di preparazione.
Ogni giorno, dal 16 al 24 dicembre, alle ore 17.00 sono tre i momenti di preghiera: la preghiera del vespro, la S. Messa con omelia appropriata tenuta da padre Egidio Canil, responsabile del pellegrinaggio delle reliquie del Santo in Italia e nel mondo e ufficiatore della Basilica, e il canto delle profezie che tennero desta, nel tempo, la speranza del popolo di Dio nell’avvento del Messia.
«Rallegrati, popolo di Dio – esorta una delle profezie –. Ecco verrà il Dio fatto uomo e siederà sul trono di Davide: voi lo vedrete ed esulterà il vostro cuore».
Come scrivono padre Giorgio Laggioni, vicerettore del Santo, e Piero Lazzarin sul nostro mensile «Messaggero di sant’Antonio» di dicembre, che questo mese ha dedicato molte pagine al Natale: «I tre momenti sono in qualche modo legati da sette antifone che un tempo si recitavano solo prima e dopo il Magnificat dei Vespri. Poi inserite dal Concilio anche nella Messa come versetto dell’Alleluia, sono dette anche “antifone maggiori” o “antifone O”, perché tutte cominciano con il vocativo “O”.
I sostantivi che aprono ogni antifona hanno origine biblica, e indicano ciascuno un titolo attribuito a Gesù. Essi sono: Sapienza, Adonai, Radice di Jesse, Chiave di David, Astro sorgente, Re delle genti ed Emanuele.
Recitate o cantate, e oggi anche spesso dimenticate, sono come “piccole stelle” che si accendono negli ultimi giorni del tempo dell’Avvento, per destare nei cuori la nostalgia del Giardino perduto, il brivido della Gloria ventura, il dovere della veglia e il coraggio della speranza».
(tratto da “La novena di Natale”, in “Natale bussa ai nostri cuori”, «Messaggero di sant’Antonio», dicembre 2017, p. 52)