Laura Tangorra è un'insegnante di 53 anni, madre di tre figli. Malata di SLA, da 15 anni vive immobilizzata sul divano di casa, dal quale comunica con il mondo muovendo gli occhi su una tastiera collegata a un computer.
Quando le venne dignosticata la malattia era al secondo mese della terza gravidanza. Le consigliarono di abortire, ma lei scelse la vita. La vita di quella che sarebbe diventata la sua terza figlia, oggi quindicenne; la sua vita: quella di una donna che, nonostante l'impedimento fisico, ha saputo lottare, impegnarsi, guardarsi dentro e, trovare - per dirlo con le sue parole - «quella parte di noi che mentre il corpo invecchia e si usura, si sviluppa e matura, cresce e diventa forte, pronta per l'infinito. E' quella parte di noi che, quando il corpo avrà svolto il suo compito e si spegnerà, resterà per sempre. Credo si chiami anima».
Nella scrittura ha trovato il suo spazio espressivo e fino ad oggi ha pubblicato otto libri, cinque romanzi ispirati a vicende autobiografiche e tre racconti per bambini. La casa editrice dei frati del Santo ha avuto l'onore di pubblicare il suo ultimo lavoro "Sul mio divano blu", edito da Edizioni Messaggero Padova.
Anche il «Messaggero di sant'Antonio» le rende omaggio con una lunga intervista sul numero di febbraio, mese in cui si celebrano la Giornata per la vita e la Giornata Mondiale del Malato. Due ricorrenze di cui Laura può essere considerata, a pieno titolo, testimonial, proprio grazie alla sua storia di volontà e speranza.