NB: NUOVA CHIUSURA DEL POLO MUSEALE A SEGUITO DEL DPCM DI MARZO 2021.
Si riaprirà non appena le condizioni sanitarie lo permetteranno. Rimanete aggiornati seguendo il nostro sito.
Di seguito la notizia pubblicata il 18/02/2021 in occasione della riapertura.
Da martedì 23 febbraio si potrà nuovamente accedere ai tre siti del complesso museale della Pontificia Basilica di Sant’Antonio a Padova, chiusi da novembre scorso per le disposizioni di contrasto alla pandemia da Covid-19. Il prestigioso patrimonio culturale e di devozione antoniano potrà quindi essere nuovamente ammirato e fruito dai visitatori e dai pellegrini.
Museo Antoniano, con accesso dal Chiostro del Beato Belludi, e Oratorio di San Giorgio e Scuola del Santo, con accesso dal sagrato della basilica, saranno aperti dal martedì al venerdì, con orario 9.00 – 13.00 e 14.00 – 18.00. Non si potrà ancora aprire i battenti nei giorni di sabato e domenica, come accadeva nel periodo pre-pandemico.
Gli ingressi saranno contingentanti, con obbligo di mascherina.
È consigliata la prenotazione, telefonando all’Ufficio informazioni della Basilica (tel. 049-8225652), aperto tutti i giorni con il medesimo orario: 9.00 – 13.00 e 14.00 – 18.00.
Resta in vigore il biglietto unico per i tre siti e il sistema di riduzioni e agevolazioni, come l’ingresso gratuito per i bambini fino ai 6 anni e il “biglietto famiglia”.
Due le biglietterie: all’Ufficio informazioni della basilica e al Museo Antoniano.
Rimarrà invece ancora inaccessibile "Antonius", il percorso multimediale immersivo sulla vita e le opere di sant'Antonio: in base alla vigente normativa anticovid permane il divieto di proiezione nelle sale.
I SITI MUSEALI ANTONIANI
Museo Antoniano
Vera e propria “stanza delle meraviglie”, raccoglie al suo interno tesori artistici realizzati nei secoli per la Basilica e per la Veneranda Arca: dipinti, sculture, gessi, paramenti sacri, arazzi, oreficerie. Vi sono esposti autentici capolavori. Tra questi: la lunetta affrescata da Mantegna per il portale della Basilica, le tarsie lignee quattrocentesce, la preziosa Navicella di arte orafa tedesca del Cinquecento, le pale d’altare di Tiepolo, Carpaccio e Piazzetta, un raro paramento liturgico tessuto a Lione nel Settecento.
Ospita inoltre la mostra permanente dedicata a “Donatello al Santo”, con fotografie, calchi in gesso e pannelli informativi, e un busto del Gattamelata (quest’ultimo tattile per le persone non vedenti), che permettono al visitatore di vedere da vicino i capolavori che il celebre artista fiorentino realizzò per il Santo.
Fa parte del museo anche la sezione della Devozione popolare, che raccoglie gli ex-voto donati alla Basilica dai fedeli come ringraziamento delle grazie ricevute da sant’Antonio: tante testimonianze di fede e amore che permettono di percepire ancor più chiaramente la grandezza del fenomeno della devozione verso Antonio, oltre ad essere un’interessante fotografia dell’evoluzione delle mode e del gusto attraverso i secoli.
Oratorio di San Giorgio
Fu costruito e affrescato da Altichiero da Zevio su committenza di Raimondino Lupi di Soragna, guerriero e diplomatico al servizio dei Carraresi. Con il suo importante ciclo di affreschi testimonia, alla fine del Trecento, come la fondamentale lezione di Giotto sia stata elaborata da uno dei protagonisti della pittura padovana dell’ultimo quarto del Trecento.
L’Oratorio di San Giorgio, assieme ad altri due cicli affrescati in Basilica del Santo (Cappella di San Giacomo e Cappella del beato Luca Belludi), partecipa alla candidatura collettiva di "Padova Urbs Picta" come sito seriale Unesco per i cicli affrescati del Trecento.
La Scoletta del Santo
Prestigiosa sede dell’Arciconfraternita di sant'Antonio di Padova a far data dal 1427, contiene pregevoli opere d’arte fatte realizzare dall'Arciconfraternita nel corso dei secoli per educare i propri membri alla vita cristiana attraverso gli insegnamenti e le esperienze di vita e di apostolato di sant'Antonio.
Il cuore della Scoletta è rappresentato senz’altro dalla Sala Priorale con il suo meraviglioso ciclo di dipinti rinascimentali tra i quali spiccano, a fianco di quelli di Girolamo Tessari, Bartolomeo Montagna, Jacopo da Verona, Domenico Campagnola, Antonio Buttafuoco, i tre realizzati da Tiziano Vecellio nel 1511, folgorante anteprima della sua geniale pittura e momento d’inizio del Rinascimento della pittura veneta.
Un ciclo ricco di informazioni storiche che suscita una sensazione di magnificenza ancor oggi. La Scoletta dopo cinque secoli è tutt'ora usata dai confratelli antoniani per la vita associativa.